Il Balleto di Bronzo - Ys (1972)
Introduzione
La voce narrò
all'ultimo che
sul mondo restò,
la vera realtà
E poi comandò
di andare tra i suoi
a dire la verità
e il gioco iniziò.
Quella voce premeva nel petto
col dolore di cose capite
forse era in tempo a dirlo anche agli altri
forse era in tempo a dirlo anche agli altri
Cos'è la vita di un uomo che ha pianto
come guardare un cielo sereno
come fissare i tuoi occhi nel sole
come afferrare una mano protesa.
E la voce premeva nel petto
col dolore di cose vissute
doveva andare presto
doveva andare presto
La poesia di un giorno di vento
l'ultima foglia di un albero morto
il primo giorno di sole d'aprile
un corpo caldo una mano vicina
Primo Incontro
Lui andò oltre i monti e più in là
senza mai voltarsi a guardare
lungo è il cammino da fare
ma doveva andare ancora andare
Un uomo è là con la faccia all'ingiù
e già l'edera abbraccia il suo corpo
nero è tutto il sangue che ha
su ferite di orecchie strappate
La voce lo costrinse a gridare
tutto ciò che moriva in sé
quel che gridò il vento portò con sé
non avrebbe più sentito niente.
Secondo Incontro
Vedrà, Vedrà
anche se non sa sentire
un cielo chiaro
cosa gli può dire
Un viso di vecchio
già vicino alla morte
la fede non c'era
adesso è già forte
Lo sguardo di un uomo
che non ha paura
cos'è, se gli manca
la voce sicura
ha visto la notte
il giorno finire
e donne nel buio
già pronte a tradire
Le mani protese
i volti più assenti
morire i più buoni
gioire i potenti
Terzo Incontro
Ma non rimase a pensare fra sé
doveva cercare qualcosa che c'è
e non fu notte e giorno non fu
e l'orizzonte rimase laggiù
Non si arrese
non si arrese mai
non si chiese
uomo dove vai
E quel che vide fu un altro uomo
con quelle braccia stese in croce
senza sentire la sua voce
gli andò vicino e gli parlò
Ma in quegli occhi senza luce
pungenti spine erano inflitte
sentì già sue quelle ferite
e poi la luce non fu più.
Epilogo
Con le braccia distese
la sua strada nel buio cercò
con le dita una forma incontrò
Solo il freddo
della morte
poté sentire
tra le sue mani
la sua parola vera
salì dal petto ancora
Ma la sua bocca
stanca ed immobile restò
quel grido lo schiacciò
fin dentro lo straziò
ad il buio intorno a sé
poi fu dentro di lui
e buio fu.
La Tua Casa Comoda
Hai voluto per te
la casa sempre in ordine
e non ti va che io viva così,
così nel mio disordine.
Tu non esci perché
ogni emozione è scomoda secondo te
quanta noia però
nella tua casa comoda.
La mia vita ora cos'è
giorni uguali insieme a te
poi la notte cosa vuoi
neanche ci provo più
non posso più sognare
e ho voglia di volare
al mondo che c'è fuori
non ci pensi mai.
Tu non esci perché
ogni emozione è scomoda secondo te
quanta noia però
nella tua casa comoda
La voce narrò
all'ultimo che
sul mondo restò,
la vera realtà
E poi comandò
di andare tra i suoi
a dire la verità
e il gioco iniziò.
Quella voce premeva nel petto
col dolore di cose capite
forse era in tempo a dirlo anche agli altri
forse era in tempo a dirlo anche agli altri
Cos'è la vita di un uomo che ha pianto
come guardare un cielo sereno
come fissare i tuoi occhi nel sole
come afferrare una mano protesa.
E la voce premeva nel petto
col dolore di cose vissute
doveva andare presto
doveva andare presto
La poesia di un giorno di vento
l'ultima foglia di un albero morto
il primo giorno di sole d'aprile
un corpo caldo una mano vicina
Primo Incontro
Lui andò oltre i monti e più in là
senza mai voltarsi a guardare
lungo è il cammino da fare
ma doveva andare ancora andare
Un uomo è là con la faccia all'ingiù
e già l'edera abbraccia il suo corpo
nero è tutto il sangue che ha
su ferite di orecchie strappate
La voce lo costrinse a gridare
tutto ciò che moriva in sé
quel che gridò il vento portò con sé
non avrebbe più sentito niente.
Secondo Incontro
Vedrà, Vedrà
anche se non sa sentire
un cielo chiaro
cosa gli può dire
Un viso di vecchio
già vicino alla morte
la fede non c'era
adesso è già forte
Lo sguardo di un uomo
che non ha paura
cos'è, se gli manca
la voce sicura
ha visto la notte
il giorno finire
e donne nel buio
già pronte a tradire
Le mani protese
i volti più assenti
morire i più buoni
gioire i potenti
Terzo Incontro
Ma non rimase a pensare fra sé
doveva cercare qualcosa che c'è
e non fu notte e giorno non fu
e l'orizzonte rimase laggiù
Non si arrese
non si arrese mai
non si chiese
uomo dove vai
E quel che vide fu un altro uomo
con quelle braccia stese in croce
senza sentire la sua voce
gli andò vicino e gli parlò
Ma in quegli occhi senza luce
pungenti spine erano inflitte
sentì già sue quelle ferite
e poi la luce non fu più.
Epilogo
Con le braccia distese
la sua strada nel buio cercò
con le dita una forma incontrò
Solo il freddo
della morte
poté sentire
tra le sue mani
la sua parola vera
salì dal petto ancora
Ma la sua bocca
stanca ed immobile restò
quel grido lo schiacciò
fin dentro lo straziò
ad il buio intorno a sé
poi fu dentro di lui
e buio fu.
La Tua Casa Comoda
Hai voluto per te
la casa sempre in ordine
e non ti va che io viva così,
così nel mio disordine.
Tu non esci perché
ogni emozione è scomoda secondo te
quanta noia però
nella tua casa comoda.
La mia vita ora cos'è
giorni uguali insieme a te
poi la notte cosa vuoi
neanche ci provo più
non posso più sognare
e ho voglia di volare
al mondo che c'è fuori
non ci pensi mai.
Tu non esci perché
ogni emozione è scomoda secondo te
quanta noia però
nella tua casa comoda
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