29.5.06

Museo Rosenbach - Zarathustra (1973)

Zarathustra

I. L'Ultimo Uomo

Volto di luce, mi hanno parlato di te,
La tua storia è nell'eco dei monti,
Troppo in alto per scendere in noi.

Nel tuo eterno cammino quello che insegui non c'è;
Senza un fine può esistere la vita.
Si completa nell'arco di un giorno.

Misera ombra, vuoto riflesso dell'io
Non ti serve capire la forza che mi spinge a cercare nel mondo.

Chiara essenza divina già si nasconde
In chi sta vivendo il gioco del tempo
Nell'attesa di un'alba diversa.


II. Il Re Di Ieri

No, non continuare il cammino per le strade che non hanno fine;
Tu già vedi in me quello che mio padre, Dio, ti insegnò.

Forse nemmeno tu credi a quello che non ti creò mai.
Ama la tua terra, nel suo ventre Dio si formerà.


III. Al Di Là Del Bene E Del Male

Tavole antiche, divini voleri
hanno diviso nel tempo già il bene dal male.

L'uomo da solo lontano da Dio non può costruirsi la propria morale.
Fuggi la tua volontà.

Sotto quei veli, falsa saggezza, viene insultata la verità.
Dalla morale che tu hai creato niente si innalzerà.

Cieco nel dogma della tua fede perdi la scelta di libertà.
Grigio tramonto di luci antiche l'ultimo uomo avrà.


IV. Superuomo

Ma troppe risposte confondono una vita antica.
Mille tradizioni hanno costruito un muro intorno a me.

Solo e senza forze mi perdo nelle mie parole
E forse chi cerco ha camminato sempre accanto a me.....

Ecco nasce in me, vivo il Superuomo.


V. Il Tempio Delle Clessidre

Strumentale


Degli Uomini

Sangue, comandi, bandiere, città, grida di gioia, dolore…. Perché?
Come l'autunno il mondo vuol sfiorire,
Offre al cielo spade calpestando la lealtà.
Cresce ed uccide nel tempo la sua umanità.


Della Natura

Cade quiete sulla notte,
Vergine nel proprio manto.
Tace il mondo e in lui
Rivive l'ansia e la paura che il silenzio
Con il suo vuoto riaccende,
Sospetto ed infido nel buio.
Il terrore, gravido com'è di magia
Fa tornare nella mente il volto della morte.
Vivo invece solo in questa realtà
Che forte pulsa nella corsa
Di una stella certa di poter tramontare
E in un mare di fontane stanche, nella pace.
Credo e sento: questa è la libertà,
Un fiume, il vento e questa vita.
Il silenzio è il canto della vera poesia.
Un bimbo nasce questa notte: sono io.
I miei occhi sono stanchi, sento ormai che dormirò.
L'alba nasce dalla quiete, vergine nel proprio manto, vive e freme già.


Dell'Eterno Ritorno

Strani presagi accendono dubbi mai posti!
Lego il mio nome alla vita, alla morte, alla gloria?
Purtroppo è destino che io non riceva alcuna risposta,
Se credo veramente in me.
Vita mi chiedi se io ti ho servita fedele;
Di fronte alla morte non ho reclinato mai il capo.
Nemmeno per gloria ho reso sprezzante o altero il mio viso.
Ho chiuso degnamente un giorno.

Ma in questo spazio in cui tramonto
Un altro giorno rinascerà
E Zarathustra potrà trovare le stesse cose qui.

Ma per quante volte ancora lo stesso sole mi scalderà?
Ma per quante notti ancora la stessa luna io canterò?
Non posso più cercare una via poiché la stessa ricalcherò.
Muoio, senza sperare che poi qualcosa nasca qualcosa cambi.
Ormai il mio futuro è già là,
La strada che conoscerò porta dove l'uomo si ferma
E dove regna il Ritorno Eterno.