29.5.06

Quella Vecchia Locanda - Quella Vecchia Locanda (1972)

Prologo

Vivo in questa selva oscura che
non vedrà altra vita fuori che me,
amo il mondo ma lui odia me
il suo rifiuto vuol dir morte per me,
morte per me, morte per me.
Vita non è certo questa!

Un vecchio rudere è casa mia,
più freddo e lugubre della vita mia,
neanche i vermi trovan posto là,
in ogni luogo stanno fuori che qua,
fuori che qua, fuori che qua.
Ah potessi ora morire!

Buie, senza calore,
son queste mura, solo dolore.
Luce ti sto cercando,
vita ti sto inseguendo.


Un Villaggio, Un'Illusione

Corro a perdifiato,
per cosa ancora non lo so,
su quest'erba arsa,
di certo meta io non ho.
Fugge sempre il mondo
davanti agli occhi miei.
Ho sete di vita
perciò saziarmi mai potrò.
Ecco là un villaggio
a tutti aperto e non a me.
Atroce il mio destino,
deve restarmi qualcuno vicino,
deve restarmi qualcuno vicino.

La paura è in me,
son vicino ma,
alla casa là non arrivo mai,
per far ciò darei la mia vita.
Da una porta che è spuntata là,
presto è dentro me piombo fuso ormai,
sulla carne calda scorre il sangue giù,
l'erba verde e alta rosso fuoco è.


Realtà

Respiro, vedo luce,
ombra ancor non so.
Il buio sui miei occhi,
sceso ancor non è.
vita lascia questo corpo
che non ti appartiene più.
Dolore, odio, amore
non hanno senso ormai per me.
Guarda il cielo che
assomiglia a me.

Tempesta si scatena,
grida, lampi, vento.
Dall'erba un agnello
colpito come me,
dall'umanità crudele,
da zucchero di fiele.
Non si accorgono di chi soffre
ed invidia il loro miele.
Questa realtà,
chi la capirà.

Cielo, spazio e stelle,
nullità di un'esistenza.
Sogno di un qualcosa
che può darti vera pace.
Fiori, foglie morte,
emblemi di che cosa?
Forse di un mondo che c'è
ma non conosco dov'è.

Tempesta si scatena,
grida, lampi, vento.
Dall'erba un agnello
colpito come me,
dall'umanità crudele,
da zucchero di fiele.
Non si accorgono di chi soffre
ed invidia il loro miele.
Questa realtà,
chi la capirà.
Questa realtà,
chi la capirà.


Immagini Sfuocate

Sto sognando, credo si,
tutto è buio intorno a me,
solo forze misteriose per spiegarmi,
io non so.
Grandi immagini sfuocate,
non ha un senso tutto ciò.


Il Cieco

Sordo è il suono della vita,
mi riporta alla realtà.
Come un sogno una figura,
si delinea ora là.
Come spinto da qualcosa
mi ritrovo accanto a lui,
non ho il tempo di fuggire,
lui mi sente: "Abbi pietà.
Sono un uomo che ha bisogno
di qualcuno accanto a se,
i miei occhi non hanno luce,
ma io vedo dentro te."

"Una triste verità,
io la sento, è dentro te.
Non capisco come mai
la tua mente chiusa è.
Forse è un segno del destino
questo incontro tra di noi."


Dialogo

Tu non sai chi sono.
Non è il nome quel che importa a me,
ma quel che vive dentro te.
Se è amaro o dolce non lo so.
Nell'animo qualcosa sento sta nascendo.

Cosa pensi sia il sole?
Un qualcosa che riscalda chi,
ha già amore, ha già problemi
che non risolve mai.
La vedo degli uccelli graffiano il cielo.


Verso La Locanda

Luce fioca nei tuoi occhi c'è,
luna spenta perché
le due regine stanno entrando lo so.
Cosa vogliono da te?
Mille ombre corrono verso me,
vieni amico di qua,
la strada è lunga ma guidarti saprò,
la locanda eccola.


Sogno, Risveglio E…

Tetto crolla,
pareti vengono giù,
nel teatro del mondo.
Cielo in testa non battere di più,
………… solo per pietà.