11.6.06

Osanna - Palepoli (1973)

Oro Caldo

Gioia di vivere in un mondo vero,
dove c'è l'amore nelle case.
La realtà di un attimo vissuto:
c'è una folla che mi grida:

Fuje 'a chistu paese,
fuje 'a chistu paese.
Parole, penziere, perzone,
nun vanno ddaccordo nemmanco nu mese.
Fuje 'a chistu paese,
fuje 'a chistu paese.
L'ammore, 'na casa, nu munno,
so 'ccose luntane a 'sta gente ddjuna.

E' una folla che mi grida: fame!
La sua giostra è chiusa in una farsa.
Gente piena di segreti umani,
vecchie menti stanche di sperare.

Profondi solchi di trincee,
come le rughe di chi ha pianto mai.
Il mondo è polvere di noi.
C'è nebbia nella mente mia.
"Organizziamoci fra noi,
casa, lavoro avremo e poi…"

Falso, giusto, falso, giusto…

Oro caldo cola da una tromba ormai;
l'ombra di una nota fredda, muta esce da lei.
Fogli di un giornale, che non vive più.
Una cicca consumata come il tempo va.
Ghiacci volti stanchi vanno senza età;
come viole che nessuno suonerà;
e una mano graffia il viso tuo!
E' un mercato umano di pietà! Oh, no!
L'esile figura, espressione pia,
è bagnata da una pioggia di fragilità,
apre le sue mani, la sua fede dà.
Una luce come argento vecchio brillerà…
Una scia di vento corre verso me,
nei suoi vortici trascina la realtà.
Sento freddo nei pensieri miei,
mille voci mi calpestano! Oh, no!
Oro caldo vola, è una bomba ormai.
L'ombra di una vita nuda fredda, esce da lei.
Sfoglio il mio giornale ma non vivo più.
La mia vita consumate mentre il tempo va…

Falso, giusto, falso, giusto…


Stanza Città

Gente distrutta e una città di più.
Cerca se puoi, cerca Palepoli,
la realtà di una età senza noi.
Folle di bimbi avidi,
case con donne gravide,
giochi e mestieri d'uomini,
l'ilarità di un Pulcinella.
Cerca se puoi, dentro Palepoli,
la realtà di una età senza noi, senza poi…
"Storia di una città che non ha senso,
ma siamo avanti ormai con il progresso.
Il Progresso siamo noi e il benessere è tra voi.
Chi produce siamo noi, ma il lavoro avete voi.
Chi difende siamo noi, ma alla guerra andate voi…"

Stanza città intorno
E in mente che: c'è un'altra vita.
Stasi di corpi in bianche trinità:
la mia follia…
Voglio vivere in un mondo vero,
dove c'è l'amore nelle case.
La realtà di un attimo vissuto,
dove c'è una follia che grida.


Animale Senza Respiro

Da un Olimpo innalzerai
sacri altari per gli dei.
Giacerà nei tuoi templi,
muta, l'immortalità.
Brucerai aspri incensi
e in quel fumo annegherai.
Falsi miti invocherai.
Animale! Animale! Crollerai! Crollerai!

Animale senza più respiro,
massa informe di materia umana,
vaghi con la mente in un delirio che non ha più fine dentro te.
Paghi con la vita le rovine che segnato sull'umanità.

Non ha più tempo,
non hai più ore,
non hai più forza di credere in te.
In questo metro di vita che hai.
Cerchi l'aria di un respiro.
Non hai più tempo,
non hai più ore,
non sei più niente.

Nuvole di lana fredda coprono la tua agonia.
Un lamento al cielo involerai verso gli dei.
Nessun senso ha quel Dio che dice: sono Io! Sono Io!
Sentilo in quel soffio che respiri e non sai che è lui.

La purezza di una infanzia
violentata in noi
che tu pagherai…
Utopia di civiltà,
dal fango dietro te
Maschere di noi,
falsa verità,
volti nuovi e poi…la libertà.

Hai distrutto la mia età,
la mia forza è vuota. Animale!
Utopia di civiltà, pioggia di viltà, hai creato.
No! Non rivivranno mai maschere di noi, false verità.
Voglio ancora sogni di campane che suonano.

Poche ore di viltà
vivranno ancora in te.
Poche ore di viltà
vivranno ancora in te.
Brucerai.
Animale brucerai.
Le mani tenderai ma,
l'odio che tu hai,
non morirà, non morirà.

Brucia fiamma terrena,
brucia il suo corpo,
perché la sua morte,
dalla furia del vento,
viene travolta con sé.
Brucia fiamma terrena,
brucia il suo corpo,
perché la sua morte,
dalla furia del vento,
viene travolta con sé.

Animale senza più respiro,
con la morte già sul volto tuo.
Prega la tua ora nel silenzio per l'inferno che hai creato.
Il tuo dio non odia il tuo respiro.

Sguardi nel cielo: la follia divina,
che vola, che ride, che danza.
Qui sulla terra la gente meschina per fare lo stesso s'ammazza.
Quante speranze di cuori dorati,
lambiscono un canto che s'alza.
Ma nello spazio di un'alba vicina,
quel canto è una festa di guerra.
Visi di roccia tra fiumi di pianto
dipingono gli occhi degli astri
e sulle bocche uno sputo d'amore
s'informa di un riso di mort